Tuesday, November 20, 2007

MEME alcolisti anonimi

Colgo il vostro invito e mi cimento anch'io nel MEME che sembra stilato dall'associazione alcolisti anonimi :) ok confesso:
cosa ti ha spinto a creare un blog?
Un giorno ho letto un articolo (il nome del giornale non lo svelerò mai, sennò Baol mi prenderà in giro a morte :)!!) che parlava dei blog come forma di comunicazione e networking. Era settembre, piena sessione d'esami, un'estate burrascosa alle spalle,un boy poco presente, tanta voglia di novità e la mia solita curiosità cronica.
primo post...non si scorda mai:
il primo post vero e proprio mi descrive molto bene in poche righe e soprattutto riassume il mio blog e ciò che mi circonda. Se il mio blog fosse un libro, diciamo che quel post sarebbe sul retro copertina.
Il post più brutto:
Ce ne sono tanti. Generalmente quelli scritti pensando a qualcuno. I miei post brutti sono quelli con testi di canzoni, impliciti, trattenuti, nati per raccontare qualcosa che in quel momento morirei dalla voglia di spiegare per benino a parole ma che non posso fare. Sono i post da bisogno di conforto :)...quelli che vorrei qualcuno capisse ma che poi alla fine capisco solo io. In ogni caso associo i post agli stati d'animo, sono brutti o belli a seconda del sentimento con cui li ho scritti o al periodo che mi ricordano.
Il post di cui vai più fiero:
Ritorniamo ancora una volta agli esordi. Sicuramente i primi, il poeta urbano I, e II , il buon giorno si vede dal mattino , non aprite quella porta . In assoluto i post a cui sono più affezionata sono i primi, quelli con 0 commenti, quelli che leggevo solo io e Davide, e che qualche volta mi beccavo anche un "scrivi bene, sei pungente" :) . Scrivevo in modo più accurato e con più passione, o forse avevo semplicemente più cose da dire...nonostante il blog non lo visitasse nessuno o quasi.

Questo meme per me cade proprio come il cacio sui maccheroni! Da un po' di tempo non scrivo poi tanto, per vari motivi. Ieri ho capito che non sono l'unica ad aver notato questo "distacco", e di solito quando qualcosa inizia a non stimolarci più, finisce gradualmente in soffitta. Ecco, se ci sono delle cose che mi fanno paura sono le fini e le soffitte. Mi spaventa la fine di una amicizia, di un amore, di qualunque cosa... cambio canzone 5 secondi prima che finisca, cambio canale 10 minuti prima della fine di un film, taglio un rapporto quando inizia a naufragare. La mia congenita fuga dalle fini mi suggerisce di seguire la teoria della parabola: se interrompi un gioco, quando hai passato l'apice o quasi della parabola del divertimento, ne avrai sempre un ottimo ricordo e sarai più stimolato a ripeterlo in un secondo momento. Se invece aspetti che riscenda ai minimi storici ne avrai un pessimo ricordo e probabilmente non lo ripeterai più. Sto valutando l'ipotesi di tradurre tutto questo sul mio blog...smetterla, interrompere il blog. Non lo so, ci penso da un po', cmq queste 4 domandine devo ammettere che sono arrivate ad hoc, e x questo ringrazio Alberto e Giuseppe. Non lo passerò ad altri visto che ad una occhiata generale vedo che l'avete già fatto tutti! ;)

6 commenti:

Isabel Green said...

e ci sei anche tu ;)

Baol said...

Vorrei solo farti un applauso
anche perchè, sono io quello che ha
notato questa tua mancanza.
Io sono quel Baol che
ti sfotterebbe se scriverssi quale rivista.
Yo! Rit.

Forse non sei tornata del tutto,
almeno però qualcosa hai scritto.
Io questo meme lo ho sospeso ma
riparerò!





Mi sa che il nome della rivista l'ho detto :P

[11] said...
This comment has been removed by the author.
[11] said...

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicita'.

Pablo Neruda

Ritana said...

@Baol: vedremo...per ora non mi forzo a scrivere, altrimenti mi verrebbe presto a noia tutto questo.

@11:se citi Neruda, con me conquisti già 100 punti, se lo fai con una poesia così bella rischi seriamente di farmi spuntare una lacrimuccia :)
ti ringrazio tanto per il pensiero così bello.

Anonymous said...

Perchè quando un rapporto inizia a naufragare non tagli la corda della scialuppa di salvataggio? ah, già, perche le scialuppe sono occupate da quelli della prima classe...